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ARTE E FEDE
Mirella Lovisolo

LA RISURREZIONE DI GESU' NELLA SCIENZA E NELL'ARTE

Alle origini, i cristiani vivevano la loro vita e ogni loro espressione nella gioia della risurrezione di Cristo. Allo shock della terribile crocifissione del Maestro - in cui i discepoli e gli apostoli avevano riposto tante speranze - succede, la gioia dell'annuncio: "Gesù è risorto e noi siamo suoi testimoni" Ma come è avvenuta quella risurrezione che nessuno ha potuto vedere tranne la presenza di un sepolcro vuoto? Le numerose testimonianze oculari e il sepolcro vuoto erano sufficienti a credere, ma quante affermazioni contrarie dubbiose e discordanti lungo i secoli! La Sindone sin dal sec XII testimonia l'impronta di un corpo crocifisso in tutto coerente ai dati del Vangelo su Gesù, ma nessuno ha potuto comprenderne l'origine nonostante varie supposizioni. Oggi gli scienziati ipotizzano su base scientifica la spiegazione più convincente nell'evento più misterioso della storia: sarebbe in gioco la stessa energia radioattiva dell'origine dell'Universo essi lo chiamano: "il big bang della risurrezione" Quella stessa energia ha dato origine all'impronta sindonica del corpo risorto. L'origine di questa potenza esplosiva, è "la stessa che ha permesso la creazione dell'universo, questa ha influenzato (o determinato) la Risurrezione di Gesù" (Giuseppe Baldacchini, fisico del centro Enea).

I primi cristiani si riunivano nel "giorno del Signore" (la domenica giorno della sua Risurrezione), a celebrare la fractio panis rinnovando e ripresentando -proprio come facciamo anche noi oggi - la morte e la risurrezione di Cristo. L'espressine della fede nel risorto dei primi cristiani è reperibile nell'arte delle catacombe nei simboli che essi rappresentavano: il pavone, la fenice, l'ancora, il sole. L'aniconismo imposto dai comandamenti dati a Mosè, proibiva infatti ogni raffigurazione del divino. Sino al quarto secolo quando i primi concili affermando che Dio si è reso visibile nel Figlio diventato carne, dichiarano che la figura di Gesù si poteva rappresentare.Troviamo così le prime raffigurazioni della Risurrezione e della Crocifissione nella scatola d'avorio del 425 che si trova nel British Museum di Londra e nel sarcofagi di Passione catacombali ora in Vaticano, dove, nel pannello centrale, appare la croce sormontata dal monogramma cristologico la corona e le colombe, i cristiani che si nutrono di Cristo.Ma l'atto della Risurrezione (Gesù che esce dal sepolcro) non venne mai rappresentata nei primi secoli, infatti nessuno aveva visto Gesù risorgere. Gli artisti raffigurano i fatti del Vangelo: la visita delle Pie donne che la mattina di Pasqua si recano con gli aromi e trovano il sepolcro vuoto e l'angelo in vesti bianche che, seduto sul sarcofago, con i gesti delle mani spiega l'accaduto. Il tema delle pie donne al sepolcro "le Mirofore" (Mt 28,3) è un tema già presente nelle pitture murali paleocristiane del battistero della Dura Europos in Siria del III secolo che sta all'inizio dell'arte figurativa cristiana.

In questo ambito sta l'apparizione di Gesù risorto alla Maddalena di cui è noto l'esempio della cappella degli Scrovegni di Giotto (1303-1305) dove la tensione delle braccia manifesta l'amore della Maddalena verso Gesù sorprendentemente ritrovato. Altro tema è la Discesa al Limbo dove Gesù libera i giusti non battezzati. Tema di origine orientale,l'Anastasis, ispirato alla Lettera di Pietro ("E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione" 3,19) diffuso dalla Legenda Aurea. In particolare ricordiamo l'opera di Duccio da Buoninsegna e il mosaico di San Marco a Venezia. Nell'affresco del Beato Angelico a Firenze, invece, alla scena della Mirofore è associata la figura di Gesù risorto nella mandorla splendente di luce, col simbolo del martirio e della gloria.

Nella modernità dell'arte di Piero della Francesca

a Sansepolcro Cristo è rappresentato mentre si erge nella tomba e poggia un piede sul bordo del sepolcro raffigurato come un altare secondo l'immagine dei liturgisti medievali , Un successiva variante iconografica, mostra il movimento ascensionale del Cristo glorioso che si libra sopra il sepolcro spalancato; questa iconografia appare per la prima volta nel XIV sec.e per tutto il secolo successivo sarà esclusivamente italiana. Fra le più celebri resurrezioni ci sono quelle di Tiziano, di Tintoretto, di Tiepolo l'iconografia può anche mostrare le piaghe della crocifissione, come il Cristo sorridente dal globo luminoso di Matthias Gruenewald.,che immagina e rappresenta la Resurrezione come un'esplosione luminosa, la cui fonte è Cristo stesso, sole di giustizia e di vittoria, che sorge sulle tenebre della morte quasi in un'anticipazione del ipotesi contemporanee dell'energia radioattiva. Cosi in Rembrandt (1635) la vera protagonista è la luce opposta alla profondità oscura delle tenebre, Nell'arte contemporanea (1972-77) Pericle Fazzini, nella Sala Nervi in Vaticano, crea un raffigurazione in cui pulsa la vitalità del Risorto presente nella Chiesa postconciliare, partecipe delle gioie e speranze, delle sofferenze e angosce dell'uomo moderno. La scultura, un grande bronzo lungo 20 m., ha l'aspetto di un'esplosione della materia,. La composizione tende verso l'alto, metafora di una ricerca del divino alla quale l'uomo non si può sottrarre, una risurrezione che, come quella di Gesù, l'attende alla fine della vita come Lui ha detto "Io sono la risurrezione e la vita chi crede in me non morirà in eterno (Gv 11-25)





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